Quali e quante sono le minoranze etniche e linguistiche in Italia?
L'Italia è una Paese in cui vivono persone provenienti da diverse parti del mondo e che in alcuni casi hanno mantenuto la propria lingua madre. Queste persone danno origine a minoranze linguistiche che il nostro Paese protegge e tutela.
Cosa significa “minoranza linguistica”
Con l'espressione “minoranza linguistica” si intende generalmente un gruppo di persone che parla una lingua diversa dalla lingua propria del Paese in cui risiede.
Anche se questa definizione potrebbe far pensare esclusivamente a parlanti di lingue straniere, non bisogna dimenticare che molti dialetti italiani hanno dignità di lingua (come il napoletano), quindi una persona che si esprime esclusivamente in uno di questi dialetti fa parte di una minoranza linguistica.
Quali sono le minoranze etniche e linguistiche riconosciute in Italia
Le minoranze linguistiche in Italia vengono identificate generalmente in zone di confine come per esempio la Val d'Aosta, dove risiede una numerosa comunità germanofona.
Sono anche riconosciute come minoranze linguistiche quelle comunità insediate da molto tempo in Italia (come quella greca e quella albanese nel nostro Meridione) che continuano a usare le lingue del proprio paese di provenienza. Il griko è, per esempio, la variante di greco che si parla in alcune zone del Salento.
In altri casi, sono state riconosciute come lingue a sé e da tutelare quelle di zone con un'identità geografica e storica molto diverse da quelle italiane, come nel caso della Sardegna e del Friuli-Venezia Giulia.
Le lingue di minoranza riconosciute ufficialmente in Italia sono: albanese, catalano, lingue germaniche, griko, croato, francese, franco provenzale, occitano, ladino, friulano, sardo e sloveno.
Cosa dice la Legislazione Italiana a tutela delle minoranze linguistiche
La tutela delle minoranze linguistiche è parte integrante della Costituzione Italiana, che la esprime negli articoli 2, 3, 6 e 8.
In tali articoli, e in alcuni aggiunti successivamente, si mette in essere un'ampia e puntuale disciplina dell'insegnamento pubblico delle lingue minoritarie da tutelare.
Nel 1999 è stato anche postulato come negli uffici delle amministrazioni pubbliche dei territori dove sono presenti minoranze linguistiche sia ammesso l'uso orale e scritto delle lingue tutelate.
In quegli stessi territori è inoltre utilizzata una segnaletica pubblica e stradale bilingue, che valorizza anche la toponomastica tradizionale.
Infine, per chi lo volesse, è assicurato il diritto di ripristino di nomi e cognomi della lingua originaria qualora i cittadini siano stati obbligati in passato a “italianizzare” i propri nomi e cognomi.
Con una tale ricchezza culturale e linguistica, in Italia si richiedono spessissimo traduzioni di documenti ufficiali in lingue di minoranze linguistiche riconosciute: è un segno di rispetto e di inclusione radicato nella nostra legislazione fin dalla sua nascita.
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